sabato 11 febbraio 2012

Père Aimé Duval, gesuita-cantautore francese

Da quando, nel 1984, Père Duval è deceduto ho iniziato a cercare le partizioni delle sue canzoni. Ne avevo solo tre o quattro ereditate dal mio parroco, anche lui appassionato  delle sue canzoni. Quando quattro anni fa ne ho recuperato una trentina ho trovato su internet il nipote col quale ho fatto amicizia ed organizzato nel settembre 2008 un omaggio musicale nella mia parrocchia. Per me è stato un lavoro enorme e pesante ma aver cantato le canzoni di Duval assieme al nipote       Pierre Aimé Duval è stato per me una grande gioia. Père Duval aveva fatto molti concerti anche in Italia (Torino Genova ecc). Lo avevo conosciuto proprio a Genova, in un concerto, qualche anno prima di morire. Ora mi chiedo e chiedo a chi lo ha conosciuto o vorrebbe conoscere le sue canzoni, perché non organizzare un evento in sua memoria ?
Attendo adesioni!
Grazie.
Michele Pirrello

http://www.youtube.com/watch?v=r42eGTIeVhw&context=C3e17b98ADOEgsToPDskI6aqjZAV8kDY-pLiZczYrQ

Michele durante la presentazione della serata in omaggio a Père Duval, il 27/09/2008 a Genova, Parrocchia N.S. della Provvidenza.



    Pierre Duval, nipote del gesuita scomparso, mentre canta.



        Il gruppo di Pierre Duval : "L'èpinette des Vosges" mentre si esibisce durante la serata.




Di seguito un' intervista al cantautore francese GAËTAN DE COURRÈGES, interprete di alcune canzoni di Père Duval.

   La Croix, 3 mai 1984 «Tu as donné à l’Évangile son goût de pain frais» UNE RÉACTION DE GAËTAN DE COURRÈGES À la mort du Père Duval, nous avons demandé une réaction à Gaëtan de Courrèges, chanteur et compositeur: Qu’est-ce que j’ai dans ma petite tête à pleurer comme ça, ce soir? Il nous avait pourtant prévenus de longue date: Le Seigneur reviendra, il l’a promis. Le ciel était au coin de sa rue: après avoir hésité longtemps, il vient de passer le carrefour, tout simplement. Il aspirait tant à cette ultime rencontre qu’elle ne pouvait plus être une surprise : alors, tu es là, je te vois découvert, je vois ton visage et la table où tu mets deux couverts... Aimé, ce soir, je voudrais te remercier de la part d’un grand gosse de 13 ans. Avec tes petites chansons, tu lui as appris deux ou trois choses toutes simples : que la foi, d’abord, n’est pas échafaudage de principes, mais rencontre. Comme tant d’autres, les principes patiemment ingurgités à l’ombre des pupitres ne me faisaient pas vivre. Toi, tu me parlais des petites gens, de leurs tendresses et de leurs colères, de Monsieur Jésus-Christ, surtout. Tu redonnais à l’Évangile son goût de pain frais: le ciel est rouge, il fera beau. J’ai joué de la flûte sur la place du marché et personne avec moi n’a voulu danser... Et, du coup, j’ai pris en grippe toutes les idéologies qui font oublier les visages. Tu chantais, et la foi n’avait plus cette odeur de vieille sacristie. Elle ne récitait plus ses phrases par c¦ur, elle choisissait son vocabulaire dans le dictionnaire de tout le monde. La foi faisait de la poésie avec les mots de tous les jours. Du coup, je ne supporte plus les chansons et les cantiques tarabiscotés, rabâcheurs, bien-pensants. Tu m’as appris la foi au quotidien, en quelques mots libres et amicaux, et je me souviens du courant d’air frais qui traversa la classe ce jour-là, soulevant la poussière, poussant à l’aventure. Du coup, j’ai récupéré une vieille guitare, j’en ai fait un pont au-dessus d’un fossé de timidité et de convenances. J’ai inventé des mots passerelles, des petits mots, des petites musiques, des petits disques tournant en rond et qui répètent inlassablement la même chose : on ne peut rencontrer Dieu autrement qu’à travers l’homme.






Breve autobiografia di Michele Pirrello

(Cantore di Père Aimé Duval)


Michele Pirrello nasce a Tunisi (Tunisia); si trasferisce a 14 anni coi genitori in Italia passando per un campo profughi in Toscana dove, assieme ad un gruppo di amici, forma una piccola cantoria.

Dopo un anno e mezzo si stabilisce a Genova dove conosce un futuro parroco, don Antonio Acciai, che sostituisce in quella parrocchia il parroco anziano e malato. Michele  si esercita all’harmonium in sacrestia dove viene scoperto dal don Acciai che gli chiede se sa suonare “Tu sei il mio pastore”, o “Tu sole vivo”, ecc…, (canti francesi che Michele conosceva da tempo), e in un batter d’occhio li fa sentire al futuro parroco, il quale molto entusiasta, lo invita ad andare dopo tre mesi nella sua futura parrocchia, l’attuale N.S. della Provvidenza, dall’altra parte della città, per far cantare ben 400 bambini che si preparavano alla 1° Comunione. Questo succedeva nell'estate 1962.

Nel frattempo anche Michele con la famiglia si trasferisce nella stessa zona e fa parte della Parrocchia. Don Acciai, col passare degli anni, vede in Michele un ragazzo promettente dal punto di vista musicale, e lo manda a studiare pianoforte e organo alla Scuola Diocesana di Musica Sacra, pagandogli la retta annua di diecimila lire (!). Ma nel frattempo Michele avendo trovato nell’ambito della corale la sua anima gemella, a soli 23 anni si sposa e …addio Scuola di Musica! Però la passione è così forte che continua da autodidatta aiutato anche da un prete amico del parroco, Don Ettore Mazzini, si abbona alle pubblicazioni per organo dell’Editrice Carrara fino al 2000. Quarant’anni di abbonamento!

Dal 1975 Michele viene chiamato a suonare l’organo nella Cappella  dell' Ospedale Galliera di Genova e accompagnare i canti della Messa domenicale, dalla Comunità della Sapienza che lavora all’Ospedale. Vi rimane per 25 anni, facendo i salti mortali per accontentare il suo parroco e le Rev. Suore con le quali, anche se ora sparse in tutta Italia, mantiene un buon rapporto epistolare.

Nel settembre 2008 Michele è stato festeggiato in Parrocchia per i suoi 45 anni di attività musicale. Il parroco gli chiede che regalo può fargli per l’occasione, ma egli rifiuta qualsiasi regalo e, giacché appassionato delle canzoni del gesuita Père Aimé Duval, - presente a Genova in vari concerti negli anni ’70, morto nel 1984, - organizza un revival in sua memoria prendendo contatti con il nipote in Francia tramite Internet. Il nipote di Duval accetta volentieri e partecipa cantando con lui le canzoni dello zio; non solo, porta con sé il suo gruppo musicale che si occupa di divulgare uno strumento antico del ’700 "L' épinette des Vosges”, (strumento a corde simile alla cetra o al dulcimer, dal suono molto melodioso, simile a quello del mandolino), e decide di esibirsi insieme a Michele durante il revival, oltre che in Parrocchia, nell’Auditorium dell’Alliance Française di Genova.
Per questo evento Michele ha lavorato più di dodici anni e alla fine è stata grande la sua soddisfazione per esser riuscito a coinvolgere tanta gente in un revival unico e primo in Italia dopo la morte di Père Aimé Duval.

Michele mentre suona nella "Baracca del Buon Dio"
(chiesetta provvisoria così chiamata da Don Acciai)